Un mistero senza tempo che sconfina nel pensiero scientifico. La storia di Nessie, il Mostro di Loch Ness, enigmatico abitante lacustre, al centro di un dibattito tra scettici e credenti
Il Mostro di Loch Ness, chiamato affettuosamente “Nessie”, è una delle creature leggendarie più celebri del Pianeta. La sua storia è intrecciata al Lago di Loch Ness, situato nelle Highlands scozzesi, regione remota del Regno Unito.
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Le origini della leggenda
La leggenda di Nessie affonda le radici in tempi antichi. Il primo avvistamento documentato risale al VI secolo, quando un missionario irlandese, San Colombano, riferì di aver visto una “bestia d’acqua” che attaccava un uomo nel fiume Ness, che si collega al lago.
Tuttavia, la vera notorietà del Mostro di Loch Ness ebbe inizio negli anni ’30 del secolo scorso. Nel 1933, George Spicer e sua moglie affermarono di aver avvistato una creatura dal collo lungo mentre attraversava la strada davanti alla loro auto, per poi sparire nelle acque del lago. L’accadimento scatenò un interesse mediatico globale.
Le prove visive dell’esistenza di Nessie
La fotografia più famosa del Mostro di Loch Ness, nota come la “Fotografia del Chirurgo”, venne scattata nel 1934 da Robert Kenneth Wilson, un ginecologo londinese. L’immagine, che mostra una sagoma scura dal collo allungato emergere dall’acqua, alimentò ulteriormente la curiosità sulla figura di Nessie. Si dovette giungere al 1994, per scoprire che la foto era in realtà una burla elaborata su misura. Pur trattandosi di un fake, nel tempo, l’immagine è divenuta un’icona dell’immaginario popolare.
Non so quale sia la vostra opinione sul mostro di Loch Ness, ma a me è simpatico; ammiro la sua discrezione, quel suo secolare esserci e non esserci, la mole, forse l’arcaica pinguedine piena di dignità, e insieme la sua elegante invisibilità; nessuno lo ha proprio visto, ma si sa che è enorme – Giorgio Manganelli
Oltre alle fotografie, nel corso degli anni ci sono state numerose testimonianze di avvistamenti. Sono stati inoltre realizzati filmati e rilevamenti sonori che hanno contribuito ad alimentare il mito di Nessie.
Va ricordata in particolare la sequenza girata da Tim Dinsdale nel 1960, che mostra un soggetto in movimento sulla superficie del lago. Il filmato è stato considerato a lungo una delle prove più convincenti dell’esistenza del Mostro di Loch Ness.
Le teorie sul Mostro di Loch Ness
Il fenomeno del Mostro di Loch Ness ha dato vita a un ricco repertorio di teorie.
Alcuni credono che Nessie possa essere un plesiosauro, un rettile marino preistorico sopravvissuto all’estinzione.
C’è chi invece suggerisce che la creatura possa essere un pesce di enormi dimensioni, come uno storione o un’anguilla gigante.
Dal canto loro, gli scettici sostengono che molti degli avvistamenti siano il risultato di fraintendimenti, semplici illusioni ottiche, tronchi d’albero galleggianti o onde di grandi dimensioni create dalle correnti del lago.
Il fenomeno di Loch Ness nella ricerca scientifica
La comunità scientifica ha cercato di affrontare il fenomeno di Loch Ness con un approccio metodico. Nel corso degli anni, sono state organizzate diverse spedizioni per esplorare le profondità del lago, utilizzando mezzi avanzati, tra cui rilievi sonori e immersioni di sommozzatori.
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Nel 2018, un team di ricercatori ha condotto uno studio sul DNA ambientale delle acque di Loch Ness (eDNA). I risultati non hanno permesso di riscontrare tracce di DNA di grandi rettili, ma hanno rivelato la presenza di numerosi pesci, anguille e altre forme di vita acquatica.
L’impatto culturale
Indipendentemente dalla veridicità dell’esistenza di Nessie, la creatura ha avuto un impatto significativo sulla cultura e sul turismo locale.
Il Lago di Loch Ness attira ogni anno migliaia di turisti desiderosi di avvistare la gigantesca figura e di esplorare gli ambienti paesaggistici circostanti, di grande fascino.
Musei, negozi di souvenir, tour in barca contribuiscono all’economia della zona, trasformando il mito di Nessi in un’industria fiorente.
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