Il consiglio degli esperti: non usare “catenelle” o “ramponcini” su terreni innevati ripidi
Nelle ultime settimane, molteplici incidenti hanno visto coinvolti escursionisti in progressione su pendii ripidi e innevati. Per far fronte all’escalation, l’Osservatorio Nazionale Incidenti in Montagna del CAI – Club Alpino Italiano ha diffuso una serie di raccomandazioni finalizzate a prevenirli, evitando gravi conseguenze.
I suggerimenti per la prevenzione degli incidenti in montagna
In tutte le circostanze analizzate dall’Osservatorio, i soggetti coinvolti sono scivolati nonostante facessero uso di “catenelle” o “ramponcini” per la progressione su neve dura.
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Come specificano gli esperti, queste attrezzature devono essere utilizzate valutando con attenzione le caratteristiche tecniche che le distinguono, nello specifico:
- minima sporgenza delle punte;
- moderata adesione torsionale alla calzatura;
- bassa adattabilità alla taglia della calzatura.
L’Osservatorio raccomanda quindi “di attenersi scrupolosamente alle limitazioni di impiego indicate dai costruttori, prestando attenzione anche negli apparentemente semplici attraversamenti di nevai e accumuli di neve”.
Gli esperti del CAI esortano inoltre a usarle esclusivamente:
- su pendii con inclinazioni inferiori a quanto indicato nel manuale di istruzione del costruttore (in genere < 20° ovvero < 35% di pendenza), e comunque non oltre inclinazioni modeste (< 22°-27° ovvero < 40%-50% di pendenza), proporzionalmente all’abilità individuale;
- su pendii ove l’arresto in caso di scivolata sia possibile, in funzione della conformazione del terreno.
Le indicazioni vanno seguite con la massima cura, essendo basilari per salvaguardare l’incolumità degli escursionisti e per alleggerire gli sforzi dei soccorritori.
Di cosa si occupa l’Osservatorio Nazionale Incidenti in Montagna
L’Osservatorio Nazionale Incidenti in Montagna (ONIiM), un’iniziativa promossa dal Club Alpino Italiano e finanziata tramite risorse proprie e fondi del Ministero del Turismo, raccoglie e analizza i dati relativi agli incidenti in montagna, siano essi manifesti o sfiorati, mettendo in evidenza correlazioni e nessi di causalità ricorrenti.
L’organismo è composto da un gruppo multidisciplinare di esperti incaricati di studiare le caratteristiche dei sinistri al fine di fornire indicazioni per la prevenzione, oltre a quello di supportare l’attività investigativa degli organi competenti.
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L’Osservatorio collabora con diversi Enti, con la Polizia, con gli Istituti universitari e con varie Associazioni.
Nel suo ruolo di struttura altamente tecnica e scientifica, si pone l’obiettivo strategico di ridurre l’incidentalità in montagna, offrendo elementi di conoscenza scientificamente validati ai decisori e agli educatori.
Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.