Riconoscere i funghi commestibili è una competenza che richiede conoscenza oltre che una buona dose di pratica. La prudenza è essenziale. Non tutti i funghi sono adatti al consumo. Alcuni sono molto pericolosi. Una guida con suggerimenti per la raccolta e il riconoscimento
I funghi sono una risorsa naturale preziosa. La raccolta di quelli commestibili richiede però conoscenza, pratica e molta cautela.
In Italia, i boschi offrono un’ampia varietà di specie fungine, ma alcune possono rivelarsi mortali se scambiate per commestibili. Alcune linee guida per riconoscere i funghi sicuri, con consigli su come approcciarsi alla raccolta in modo consapevole.
Cosa leggerai nell'articolo:
La regola d’oro: non raccogliere ciò che non si conosce
Il primo e più importante principio per chi vuole raccogliere funghi è non raccogliere mai specie che non si conoscono a fondo. Anche un piccolo errore può avere conseguenze gravi, considerato che alcuni funghi tossici o velenosi possono essere molto simili a quelli commestibili.
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Secondo gli esperti, imparare a riconoscere i funghi non significa solo identificare le specie sicure, ma anche saper distinguere le loro somiglianze con quelle tossiche.
Identificare le specie più riconoscibili
Alcuni funghi commestibili sono facilmente riconoscibili e relativamente sicuri per i raccoglitori meno esperti. Elenchiamo alcune tra le specie tra le più note.
- Porcino (Boletus edulis). Il porcino è uno dei funghi commestibili più pregiati e ricercati in Italia. Ha un cappello carnoso e marrone, un gambo grosso e tozzo e tubuli sotto il cappello invece delle classiche lamelle. I funghi della famiglia Boletus sono generalmente commestibili, ma è importante evitare il Boletus satanas, il “falso porcino”, che può provocare avvelenamenti.
- Finferlo (Cantharellus cibarius). Questo fungo è facilmente riconoscibile dal caratteristico colore giallo-arancione. Cresce nei boschi di conifere e latifoglie. Ha un odore piacevole e fruttato. Attenzione però ai falsi finferli (Hygrophoropsis aurantiaca), che possono causare disturbi gastrointestinali.
- Prataiolus campestris. È comune nelle praterie e nei campi. Ha un cappello bianco o beige, lamelle rosa che diventano nere con il tempo e un odore delicato di anice. È essenziale non confonderlo con l’Amanita verna, fungo velenoso che può avere un aspetto simile, ma che presenta lamelle bianche anche quando invecchia.
Osservare la forma delle lamelle
Le lamelle, ovvero le sottili strutture sotto il cappello, sono un elemento cruciale per l’identificazione dei funghi.
Molte specie commestibili hanno lamelle colorate o rosate, mentre diverse specie velenose come quelle della famiglia Amanitaceae, hanno lamelle bianche.
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Un fungo con lamelle bianche dovrebbe essere osservato con molta cautela, poiché un gran numero si Amanite tossiche e mortali, tra cui l’Amanita phalloides, presentano questa caratteristica.
Sfruttare l’olfatto
L’olfatto è un altro strumento che può aiutare a distinguere i funghi commestibili da quelli tossici.
Alcuni funghi velenosi hanno odori sgradevoli, mentre quelli commestibili possiedono spesso aromi gradevoli, come nel caso del gallinaccio, che emana un profumo fruttato.
L’odore, tuttavia, non è sempre affidabile al 100%, poiché alcune specie tossiche potrebbero comunque avere un profumo gradevole.
Utilizzare una guida
L’uso di una guida sui funghi o un’applicazione digitale di riconoscimento, può essere di aiuto per chi non è esperto.
Esistono guide illustrate dettagliate che trattano di centinaia di specie, offrendo descrizioni precise di colori, forme, odori e habitat. Queste risorse rappresentano un riferimento fondamentale per verificare ogni fungo raccolto prima di consumarlo.
Sfatare i falsi miti
Uno dei principali errori nella raccolta di funghi è affidarsi a credenze popolari, come l’idea che un fungo diventi velenoso solo in presenza di determinate piante o che sia sufficiente cuocerlo per eliminare le tossine.
Oltre a essere inefficaci, questi rimedi improvvisati possono risultare molto pericolosi, aprendo la strada al decesso.
Le tossine di molti funghi velenosi sono termoresistenti. Solo un’analisi scientifica può determinare la reale commestibilità delle specie.
[Disclaimer – Le informazioni contenute in questo articolo sono fornite a scopo informativo e non sostituiscono il parere degli esperti.]
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