Come unirsi a una comunità energetica rinnovabile e risparmiare, contribuendo alla transizione ecologica
Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano un modello innovativo di produzione e consumo di energia sostenibile. Ma come funzionano esattamente, quanto costa parteciparvi e chi può aderire? Analizziamo i vantaggi e le opportunità offerte da questa soluzione per il futuro.
Cosa leggerai nell'articolo:
Come funziona una comunità energetica?
Una comunità energetica è un’associazione di cittadini, imprese e/o enti locali che si uniscono per produrre, condividere e utilizzare energia rinnovabile in modo collaborativo. Queste comunità solitamente si basano su impianti fotovoltaici, eolici o altre tecnologie sostenibili. L’energia prodotta viene utilizzata localmente, riducendo le emissioni di CO2 e migliorando l’autonomia energetica.
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La gestione avviene tramite una piattaforma digitale che monitora la produzione e il consumo, garantendo che l’energia venga distribuita equamente tra i membri. Eventuali surplus possono essere immessi nella rete elettrica nazionale, generando ulteriori benefici economici per la comunità.
Quanto costa entrare in una comunità energetica?
I costi per aderire a una comunità energetica possono variare in base al tipo di progetto e alla tecnologia utilizzata. Generalmente, i membri contribuiscono con una quota iniziale per finanziare l’installazione degli impianti e una quota periodica per la manutenzione e la gestione.
In alcuni casi, i costi iniziali possono essere ridotti grazie a incentivi statali o europei. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in Italia prevede finanziamenti dedicati per favorire la diffusione di queste iniziative. Il risparmio sulle bollette energetiche, che può arrivare fino al 30-40%, rende comunque l’investimento altamente conveniente.
Chi può essere socio di una comunità energetica?
Possono diventare soci di una comunità energetica cittadini, imprese, enti pubblici e associazioni. Non ci sono limiti specifici in termini di numero di partecipanti, ma tutti i membri devono risiedere o operare all’interno di un’area geografica delimitata, generalmente corrispondente a una rete elettrica locale.
L’obiettivo è di coinvolgere il maggior numero possibile di attori per massimizzare i benefici collettivi e per promuovere un modello energetico più inclusivo e sostenibile.
Chi può partecipare alle comunità energetiche?
Oltre ai cittadini e alle imprese, possono partecipare alle comunità energetiche anche enti locali, scuole, ospedali e organizzazioni non profit. La partecipazione è aperta a chiunque voglia contribuire alla transizione energetica, indipendentemente dal consumo di energia o dal possesso di un impianto di produzione.
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Le comunità energetiche favoriscono la coesione sociale, offrendo vantaggi economici e ambientali sia ai membri che alla collettività. Questo modello è particolarmente utile per le aree rurali o svantaggiate, dove può rappresentare una soluzione per ridurre la povertà energetica.
Il quadro delle comunità energetiche rinnovabili in Italia
Attualmente, in Italia, il numero di comunità energetiche rinnovabili è in costante crescita, grazie anche al sostegno legislativo e agli incentivi economici. Secondo i dati del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), nel 2024 sono state censite oltre 300 comunità energetiche attive, con un aumento significativo rispetto agli anni precedenti.
Questi progetti coinvolgono principalmente impianti fotovoltaici, ma si stanno sviluppando anche soluzioni basate su biomassa ed eolico.
Le Regioni più attive sono Lombardia, Emilia-Romagna e Puglia, dove l’interesse per le energie rinnovabili è particolarmente elevato. Le comunità energetiche stanno anche avendo un impatto positivo sulla creazione di posti di lavoro nel settore green e sul miglioramento dell’efficienza energetica locale.
Il governo italiano, attraverso il PNRR e altri programmi nazionali, punta a incentivare ulteriormente lo sviluppo di queste comunità, con l’obiettivo di raggiungere una produzione energetica più sostenibile e resiliente entro il 2030.
Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.