Quasi un italiano su dieci risiede all’estero, con una presenza significativa di giovani qualificati che cercano opportunità lavorative e di vita oltre i confini nazionali
L’emigrazione italiana, storicamente caratterizzata da massicci flussi migratori tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, continua a rappresentare un fenomeno rilevante anche nel contesto contemporaneo.
Secondo i dati dell’Eurispes, aggiornati al 2024, oltre 6 milioni di italiani risultano iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE), per un totale di quasi il 10% della popolazione nazionale.
Cosa leggerai nell'articolo:
Distribuzione geografica degli italiani all’estero
La presenza italiana all’estero si concentra principalmente in Europa e nelle Americhe. In Europa, risiedono circa 3.246.000 di connazionali, mentre nelle Americhe la cifra supera i 2.384.000. Le due aree geografiche ospitano complessivamente il 95% degli italiani residenti all’estero.
Tra le città con la maggiore concentrazione di connazionali, spiccano Londra, con circa 375.000 residenti italiani, Buenos Aires (322.000) e San Paolo (239.000).
Profilo demografico e motivazioni dell’emigrazione italiana
L’attuale flusso migratorio italiano è contraddistinto da una significativa componente giovanile e qualificata. Secondo il “Rapporto Italiani nel Mondo 2024” della Fondazione Migrantes, il 23,2% degli italiani residenti all’estero ha un’età compresa tra i 35 e i 49 anni, mentre il 21,7% rientra nella fascia 18-34 anni.
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I dati suggeriscono che l’emigrazione odierna è spesso motivata dalla ricerca di migliori opportunità lavorative e professionali, non sempre disponibili nel mercato del lavoro italiano.
Saldo migratorio e livello di istruzione
Il saldo migratorio italiano evidenzia una prevalenza di espatri rispetto ai rimpatri, con un differenziale di circa 25.000 unità. Gli espatriati sono prevalentemente giovani tra i 20 e i 39 anni, spesso in possesso di titoli di studio elevati.
I rimpatriati appartengono principalmente alle fasce d’età over 40 e over 65, con un livello di istruzione mediamente inferiore: solo il 22,8% è laureato, mentre quasi la metà (47,7%) possiede un titolo di studio inferiore al diploma.
Evoluzione storica dell’emigrazione italiana
Storicamente, l’Italia ha vissuto significative ondate migratorie. Tra il 1876 e il 1900, oltre 5 milioni di connazionali sono emigrati, dirigendosi principalmente verso Francia, Svizzera, Germania, Austria, Stati Uniti, Argentina e Brasile.
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Nel dopoguerra, i flussi migratori si sono orientati nuovamente verso mete europee e transoceaniche, con accordi bilaterali per il reclutamento di manodopera, come quelli stipulati con Francia e Belgio nel 1945.
Un quadro con dinamiche complesse
L’emigrazione italiana contemporanea riflette dinamiche complesse, intrecciate a fattori economici, sociali e professionali. La significativa presenza di giovani qualificati tra gli espatriati evidenzia la necessità di approfondire le cause del fenomeno e di sviluppare politiche mirate a valorizzare il capitale umano nazionale, sia motivando il rientro dei talenti, sia creando condizioni favorevoli per trattenere le competenze all’interno del Paese.
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