Comunicato Stampa – Sabato 22 febbraio, un lupo è incappato in una situazione di pericolo, cadendo nel Naviglio presso Gaggiano, in provincia di Milano, una zona purtroppo priva di sistemi di risalita adeguati per gli animali e per gli umani.
La Task Force Animalista, Associazione non a scopo di lucro che si occupa della tutela legislativa di animali e ambiente, che anni fa aveva già salvato con successo un cinghiale nella stessa località, avvertita dai cittadini, è intervenuta per assistere l’animale in difficoltà in quanto, dopo il recupero dell’animale, effettuato grazie ai Vigili del Fuoco, che, è importante sottolineare, non sono in ogni caso specializzati nel trattamento di fauna selvatica, il povero lupo, terrorizzato e presumibilmente in ipotermia, legato come un salame, è rimasto ore sdraiato sul terreno bagnato, sotto la pioggia senza alcuna copertura, in attesa di “direttive dall’alto sul dove portarlo e con quale mezzo”.
Carolina Sala, Presidente della Task Force Animalista, recandosi in loco con Marzia Pagani, educatrice cinofila, guardia zoofila e membro del direttivo dell’Associazione e con proprio Avvocato Carmelina Lanzara del Foro di Milano, dopo aver parlato telefonicamente con il medico veterinario dell’ATS, Dott. Ruperto che si stava anche lui recando a Gaggiano, non informato dalle autorità su dove collocare l’animale con urgenza in mancanza anche di mezzi di trasporto, ha esteso immediatamente la comunicazione a Laura Cobianchi, Vice-Presidente dell’Associazione Animal’s Emergency, e direttrice del vicinissimo Canile di Trezzano e che, prontamente, ha inviato Natale Lo Vetro, il proprio istruttore/educatore cinofilo, con mezzo adeguato per eventuale trasporto dell’animale al canile riscaldato, e all’ENPA sezione Milano che avrebbe, in alternativa, condotto l’animale al vicino Cras del WWF di Vanzago, sopraggiunta anch’essa, con il proprio furgone attrezzato e con coperte per scaldare l’animale che, nel frattempo, non era stato scaldato e giaceva da ore ancora sul terreno inzuppato.
Sorprendentemente, prima della telefonata della Presidente della Task Force Animalista, né Enpa né Animal’s Emergency erano state informate dell’accaduto e della situazione grave in cui versava il povero lupo, indicando una mancanza di coordinamento tra le autorità e le organizzazioni non governative.
Inoltre, è emerso che Gianluca Comazzi, un funzionario chiave della Regione Lombardia, nonostante ripetuti tentativi di contatto da parte di Task Force Animalista, Enpa e Animal’s Emergency, che capendo la situazione drammatica in cui versava l’animale volevano solo essere d’aiuto e offrirsi nel trasporto al canile riscaldato di Trezzano o al Cras di Vanzago, con la speranza che il povero lupo alquanto sofferente venisse affidato alle associazioni almeno temporaneamente per pronto intervento, non ha purtroppo risposto alle chiamate, lasciando così che altro tempo passasse invano.
La Task Force Animalista, insieme ad altre associazioni, inizialmente presenti sul posto per offrire assistenza, è stata invitata a prendere le distanze dal medico dell’ATS, dalla Polizia locale e dai Vigili del Fuoco. È stato comunicato loro che, per ordine della Regione e della Prefettura, si dovesse attendere l’arrivo di un’ambulanza veterinaria da Piacenza, destinata a trasportare l’animale in un centro specializzato nel Piacentino.
Le coperte, fornite da Enpa, utilizzate per preservare la privacy dell’operazione, sono state rimosse dal lupo per nascondere la gabbia, limitando così la visibilità agli occhi dei volontari e degli attivisti presenti.
La Task Force Animalista, determinata a garantire la sicurezza e il benessere dell’animale, ha deciso di seguire l’ambulanza. Contrariamente a quanto previsto, l’ambulanza non si è fermata a Piacenza, ma ha continuato fino a Fidenza, dove ha fatto una sosta in una piazzola di benzina.
Qui, sotto la pressione della presenza persistente dell’associazione, gli operatori dell’ambulanza hanno rivelato che c’era un “accordo tra Regioni” e stavano aspettando un altro veicolo di soccorso proveniente dalla provincia di Bologna, il quale avrebbe portato il lupo al Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica Monte Adone.
Peccato che, nel Protocollo triennale di ERSAF, Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste, con scadenza nel 2024 e non aggiornato, si legge che “il recupero e il trasporto dell’individuo (lupo) presso un Ospedale veterinario universitario/pubblico o presso un CRAS dovrà avvenire nel minor tempo possibile”.
Nel caso il Lupo, specie protetta, fosse stato in buone condizioni di salute andava rilasciato nel suo ambiente naturale, presumibilmente nel Parco del Ticino, ma se si è pensato di ricoverarlo, allora avrebbero dovuto gestire il tempo a disposizione diversamente per garantirgli pronta guarigione.
A Fidenza, dopo un’altra mezz’ora di attesa, l’animale è stato successivamente messo nell’ambulanza arrivata da Monte Adone, con ulteriore stress del povero malcapitato. A Carolina Sala e Marzia Pagani è stato indicato di non seguire ulteriormente l’operazione, cosa che le ha rese così all’oscuro dello stato di salute effettivo del lupo.
Questo girovagare e le rivelazioni tardive sollevano questioni importanti sulla trasparenza e l’efficienza delle operazioni di salvataggio della fauna selvatica nella Regione Lombardia. La Task Force Animalista chiede maggiore chiarezza e coordinamento tra le autorità e le organizzazioni di soccorso animali, per assicurare che questi esseri vulnerabili ricevano il miglior trattamento possibile nel minor tempo necessario.
Questo ennesimo incidente, aggiunto ai precedenti, evidenzia la necessità urgente di migliorare le infrastrutture e il coordinamento per la protezione della fauna selvatica nelle aree urbane e periurbane. La Task Force Animalista, insieme ad altre associazioni, chiede un incontro con i rappresentanti della Regione Lombardia per discutere di queste criticità e trovare soluzioni concrete che tutelino, anche nel rispetto dell’Art. 9 della Costituzione, riformato dal Movimento 5 Stelle, gli animali selvatici in difficoltà, sempre più presenti nelle nostre città causa anche il continuo drammatico abuso di cementificazione di tutto il territorio boschivo regionale.
[Cover Image – Immagine tratta dal salvataggio]

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