L’Ama Dablam è una montagna iconica dell’Himalaya. Geologia, imprese storiche compiute dagli alpinisti per scalarla, rischi che la rendono una meta ambita dagli spiriti più avventurosi
L’Ama Dablam, una delle montagne sacre dell’Himalaya, si erge con maestosa eleganza nel Khumbu, in Nepal. Con i suoi 6.812 metri, è conosciuta con l’appellativo di “Collana della Madre” per la forma suggestiva che ricorda un pendente sacro.
Sebbene non sia tra le cime più alte della catena himalayana, l’Ama Dablam resta una delle mete più ambite degli alpinisti, considerata la difficoltà tecnica prevista per la sua scalata.
Geologia
L’Ama Dablam fa parte della catena dell’Himalaya, una delle formazioni montuose più giovani e dinamiche del Pianeta, formatasi circa 50 milioni di anni fa a seguito della collisione tra le placche tettoniche indiana ed eurasiatica.
La montagna è composta prevalentemente da rocce metamorfiche, come gneiss e scisti. Sono inoltre presenti intrusioni di granito, visibili nelle parti più alte, indice di antiche attività magmatiche.
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La regione è caratterizzata da una complessa rete di faglie e di pieghe che riflettono il sollevamento e la deformazione subiti nel corso dei millenni.
I ghiacciai che circondano l’Ama Dablam hanno modellato il paesaggio, creando vallate profonde e creste affilate.
Ascesa dell’Ama Dablam: imprese storiche
La prima ascensione ufficiale dell’Ama Dablam risale al 13 marzo 1961, quando una spedizione anglo-americana guidata da Barry Bishop ha raggiunto la cima attraverso la cresta sud-ovest, oggi conosciuta come la “via normale”. Questo percorso, pur essendo il più comune, è estremamente impegnativo e richiede notevoli abilità tecniche.
Negli anni, l’Ama Dablam è diventata una meta ambita per gli alpinisti di tutto il Mondo. Nel 1981, la leggendaria scalatrice britannica Julie Tullis ha completato una delle prime ascensioni femminili della montagna, aprendo la strada a una maggiore partecipazione delle donne nell’alpinismo himalayano.
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Nel 2006, lo scalatore sloveno Tomaž Humar ha realizzato una salita solitaria lungo una nuova via, dimostrando un’audacia e una capacità tecnica di straordinaria portata.
Questa montagna è nota alle cronache globali per i pericoli che la contraddistinguono. Nel 2006, una valanga ha devastato un campo in altitudine, causando vittime e mettendo in luce i rischi intrinsechi nei tentativi di scalare la montagna.
Il film di Reinhold Messner
L’Ama Dablam è protagonista del secondo film diretto da Reinhold Messner, Alpinista, esploratore, scrittore e regista di fama mondiale.
“Ama Dablam. La montagna sacra” – questo il titolo della pellicola – racconta il drammatico salvataggio del 1979 di Peter Hillary, figlio di Edmund Hillary, e altri alpinisti neozelandesi travolti da un seracco sulla parete sud della montagna.
A portare a termine il soccorso è stato lo stesso Messner, insieme al medico e alpinista Oswald Ölz.
La pellicola intreccia la narrazione dell’evento con la storia e il simbolismo di questa montagna sacra, riuscendo a catturare l’attenzione del pubblico fino all’ultima sequenza.
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