Come nasce uno tsunami
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Come nasce uno tsunami

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Gli tsunami sono fenomeni naturali complessi che derivano da una serie di eventi geologici, ognuno dei quali può scatenare onde devastanti. La comprensione di come si formano e del perché sono così pericolosi è fondamentale per proteggere le comunità costiere e ridurre l’impatto di questi eventi catastrofici

Gli tsunami sono tra i fenomeni naturali più devastanti sulla Terra, capaci di distruggere intere città e causare la perdita di migliaia di vite. Ma come si formano questi enormi muri d’acqua? La comprensione del processo di nascita di uno tsunami è essenziale non solo per la Scienza, ma anche per l’elaborazione di strategie di prevenzione e di mitigazione del rischio.

Che cos’è uno tsunami?

Il termine “tsunami” deriva dal giapponese e significa letteralmente “onda del porto” (tsu = porto, nami = onda). La parola riflette il fatto che queste onde distruttive diventano particolarmente pericolose quando raggiungono la costa, dove l’acqua poco profonda le fa innalzare drasticamente in altezza. Tuttavia, gli tsunami non sono causati da fenomeni atmosferici, come i normali venti che generano le onde oceaniche; la loro origine è più profonda e spesso legata a eventi geologici.

Le cause degli tsunami

Gli tsunami si generano principalmente a seguito di quattro tipi di eventi.

Terremoti sottomarini

La causa più comune di uno tsunami è un terremoto che si verifica sul fondale marino, specialmente nelle zone di subduzione, dove una placca tettonica scivola sotto un’altra. Quando il movimento delle placche provoca un brusco spostamento del fondale, la massa d’acqua soprastante viene improvvisamente sollevata o abbassata, generando onde che si propagano rapidamente in tutte le direzioni.

Frane sottomarine

Le frane che avvengono sul fondale marino o lungo le coste, possono spostare grandi quantità d’acqua, causando onde tsunami. Questi eventi sono meno frequenti dei terremoti, ma possono comunque generare onde di notevoli dimensioni.

Eruzioni vulcaniche

Alcune eruzioni vulcaniche, specialmente quelle che si verificano sotto il livello del mare o in prossimità di esso, possono provocare tsunami. La circostanza può verificarsi attraverso l’esplosione violenta del vulcano, il crollo di una caldera o il flusso rapido di materiale vulcanico in mare.

Impatto di meteoriti

Sebbene estremamente rari, gli impatti di grandi meteoriti sull’oceano potrebbero generare tsunami di dimensioni catastrofiche. Tuttavia, la probabilità che ciò accada è molto bassa rispetto alle altre cause.

Il processo di formazione di uno tsunami

Quando un evento come un terremoto sottomarino provoca un rapido spostamento del fondale marino, l’acqua soprastante si solleva o si abbassa bruscamente. Lo spostamento crea un’onda iniziale che, a sua volta, genera una serie di onde concentriche che si propagano attraverso l’oceano. Queste onde possono viaggiare a velocità impressionanti, fino a 800 km/h in acque profonde, simili alla velocità di un jet di linea.

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In mare aperto, le onde di tsunami hanno un’altezza relativamente bassa (spesso meno di un metro) e possono passare inosservate alle navi. Tuttavia, man mano che queste onde si avvicinano alla costa e l’acqua diventa meno profonda, rallentano e l’energia viene compressa, facendo sì che l’onda si alzi significativamente. Questo fenomeno è noto come “shoaling”. L’onda può raggiungere altezze superiori a 30 metri, a seconda della topografia del fondale e della costa.

Gli effetti devastanti

Quando lo tsunami raggiunge la costa, può manifestarsi come un rapido innalzamento del livello del mare, una serie di onde devastanti o una combinazione di entrambi. L’onda travolge tutto ciò che trova sul proprio cammino, spingendo avanti una massa d’acqua piena di detriti, che aumenta ulteriormente il potere distruttivo. L’effetto può essere amplificato dalla morfologia della costa: baie, estuari e altre conformazioni sono in grado di concentrare l’energia dell’onda, rendendola ancora più pericolosa.

Prevenzione e allerta

Riconoscere i segnali precursori di uno tsunami e disporre di sistemi di allerta tempestivi rappresentano due componenti cruciali per ridurre le perdite umane. A oggi, la maggior parte delle regioni costiere a rischio è dotata di sensori e di sistemi di monitoraggio capaci di rilevare terremoti sottomarini e altri eventi che potrebbero generare tsunami. A ogni modo, il tempo di reazione è spesso limitato. La consapevolezza e la preparazione delle comunità costiere sono quindi un fattore fondamentale per fare la differenza.

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