Le differenze tra specie autoctone e specie alloctone giocano un ruolo cruciale nella comprensione della dinamica degli ecosistemi. Un’analisi
Le differenze tra specie autoctone e specie alloctone costituiscono un elemento chiave nello studio dell’ecologia e della biodiversità. Le specie autoctone sono le specie originarie di un determinato ecosistema o regione geografica, che si sono evolute in quel contesto specifico. Al contrario, le specie alloctone, comunemente note come specie invasive o aliene, sono quelle introdotte in un ambiente da altre regioni o ecosistemi, spesso dall’attività umana.
Cosa leggerai nell'articolo:
Distinzione tra specie autoctone e specie alloctone
Una delle principali distinzioni tra le due categorie riguarda la loro interazione con l’ambiente circostante. Le specie autoctone tendono ad adattarsi alle condizioni locali e sviluppano relazioni ecologiche con altre specie presenti nell’ecosistema nel corso di lunghe fasi di coevoluzione. Queste relazioni possono includere interazioni predatorie, simbiosi o competizione per risorse limitate.
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D’altra parte, le specie alloctone spesso non hanno co-evoluto con le specie native dell’ambiente in cui vengono introdotte. Di conseguenza, possono alterare gli equilibri ecologici esistenti, causando impatti negativi sulla biodiversità, sull’ecosistema e sull’economia locale. Molte specie invasive, ad esempio, sono in grado di proliferare rapidamente, soppiantando le specie native e causando un declino nella diversità biologica.
Rischi correlati alla diffusione delle specie aliene
Uno dei rischi principali associati alla diffusione delle specie aliene è il fenomeno dell’estirpazione delle specie native. Il fenomeno può verificarsi attraverso la competizione diretta per le risorse, la predazione e la trasmissione di malattie. Le specie invasive, inoltre, possono alterare la struttura degli ecosistemi, modificando la disponibilità di habitat e di risorse per altre specie.
Strategie per il controllo e la gestione delle specie aliene invasive
Per tenere sotto controllo le specie aliene invasive, è fondamentale adottare specifiche strategie gestionali. In genere, gli approcci includono interventi fisici come l’eliminazione diretta o la protezione degli habitat sensibili. Un’ulteriore strategia consiste nel promuovere lo sviluppo di metodi di controllo biologico che possano limitare la diffusione delle specie invasive, senza danneggiare le specie autoctone o l’ambiente circostante.
Affrontare la sfida richiede un approccio integrato che coinvolga la ricerca scientifica, la gestione ambientale e la collaborazione internazionale.
Normativa sulla gestione delle specie aliene in Italia e in Europa
Il controllo e la gestione delle specie aliene invasive sono disciplinati da normative specifiche sia a livello europeo che nazionale, al fine di proteggere la biodiversità e gli ecosistemi dai loro impatti negativi. Il Regolamento (UE) 1143/2014, entrato in vigore il 1° gennaio 2015, rappresenta il principale strumento normativo dell’Unione Europea in materia di specie aliene invasive. In Italia, la normativa è stata recepita mediante il Decreto legislativo n. 230/2017, emanato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MITE).
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Il Decreto vieta espressamente l’introduzione deliberata o accidentale, la riproduzione, la coltivazione, il trasporto, l’acquisto, la vendita, l’uso, lo scambio, la detenzione e il rilascio di specie esotiche invasive di rilevanza unionale sul territorio italiano. La normativa mira a limitare la diffusione delle specie invasive e a prevenire ulteriori danni agli ecosistemi locali.
Lista delle specie invasive in UE
La lista delle specie invasive di rilevanza nell’Unione Europea è consultabile sul sito dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (IsprAmbiente), che rappresenta un importante riferimento per coloro che sono coinvolti nella gestione e nel controllo delle specie aliene invasive.
È importante sottolineare che, in conformità con la normativa vigente, vengono adottate misure specifiche per la gestione delle specie invasive già presenti sul territorio italiano. Queste misure possono includere interventi di eradicazione, controllo o contenimento delle popolazioni invasive, al fine di ridurne gli impatti sull’ambiente e sulla biodiversità.
Tra le specie invasive di maggior rilievo presenti in Italia rientrano l’Ambrosia artemisiifolia (Ambrosia), l’Ailanthus altissima (Albero del Paradiso), la Fallopia japonica (Fallopia giapponese), lo Spartium junceum (Ginestra spagnola), l’Acacia dealbata (Acacia argentata), la Vespa velutina, lo Scarabeo giapponese (Popillia japonica).
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Recente è l’allarme riguardante le Formiche di fuoco (Solenopsis invicta). Originarie del Sud America e arrivate con le piante d’importazione, hanno fatto la loro comparsa in Sicilia. Questi insetti imenotteri sono pericolosi anche per l’uomo: somministrano un veleno che causa ustioni e, nei casi di allergia acuta, shock anafilattico.
Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.