Elettrosmog
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Elettrosmog: fonti e rischi per la salute

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Se ne parla con minore frequenza ma è un pericolo da cui stare alla larga: l’elettrosmog. Da quali fonti deriva e come correre ai ripari

L’elettrosmog, termine coniato per descrivere l’inquinamento causato dai campi elettromagnetici (CEM) prodotti da sorgenti artificiali, è diventato una questione di crescente preoccupazione negli ultimi decenni. Con l’aumento esponenziale dell’utilizzo di dispositivi elettronici e reti wireless, l’esposizione umana ai CEM è salita a livelli senza precedenti. Quali effetti può causare su animali ed esseri umani? Come tutelarsi?

Quali sono le fonti di elettrosmog?

Le fonti di elettrosmog si dividono principalmente in due categorie:

  • Campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (ELF)
  • Campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF)

Campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (ELF)

Quali sottocategorie includono i campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (ELF)?

Elettrodotti

La corrente elettrica che scorre attraverso i cavi ad alta tensione genera campi elettromagnetici. L’intensità del campo diminuisce con la distanza dai cavi. Tuttavia, le persone che vivono o lavorano vicino a elettrodotti ad alta tensione possono essere esposte a livelli più elevati di ELF.

Elettrodomestici

Tutti gli elettrodomestici che funzionano con la corrente elettrica producono campi ELF. L’intensità del campo varia a seconda dell’apparecchio e della distanza. I campi più intensi sono generalmente generati da elettrodomestici con motori potenti, come aspirapolvere, asciugacapelli e frullatori.

Motori elettrici

Anche i motori elettrici presenti in diversi dispositivi, come utensili elettrici, macchinari industriali e veicoli elettrici, generano campi ELF.

Campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF)

Quali sottocategorie sono incluse tra i campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF)?

Telefoni cellulari

I telefoni cellulari emettono onde radio per comunicare con le reti dedicate. L’intensità delle onde radio varia a seconda della potenza del segnale e della distanza dalla cella telefonica.

Antenne radio

Le antenne radio e televisive emettono onde radio per trasmettere segnali. L’intensità diminuisce con la distanza dall’antenna. Chi vive o lavora in prossimità di potenti antenne radio può però essere esposto a livelli più elevati di RF.

Reti Wi-Fi

I router Wi-Fi emettono onde radio per creare reti wireless. L’intensità varia a seconda della potenza del router e della distanza dal dispositivo.

Altri dispositivi fonti di elettrosmog

Oltre a queste fonti principali, esistono altri prodotti elettronici che possono contribuire all’esposizione all’elettrosmog, come forni a microonde, baby monitor, dispositivi Bluetooth e lampadine a fluorescenza.

È importante ricordare che l’intensità dei campi elettromagnetici diminuisce con la distanza dalla fonte. Pertanto, la semplice riduzione della distanza da una sorgente di elettrosmog può diminuire significativamente l’esposizione.

Quali sono gli effetti dell’elettrosmog sugli animali?

Gli effetti dell’elettrosmog sugli animali sono ancora un’area di ricerca attiva. Al momento non esiste un consenso scientifico definitivo. Tuttavia, diverse ricerche hanno suggerito che l’esposizione a campi elettromagnetici (CEM) può produrre effetti negativi su svariate specie animali.

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L’elenco degli effetti potenziali include le problematiche indicate di seguito:

  • Disturbi del comportamento. Alcuni studi hanno rilevato che l’esposizione a CEM può alterare i normali comportamenti animali, come la navigazione, la riproduzione e la comunicazione. Ad esempio, gli uccelli esposti a campi magnetici artificiali possono avere difficoltà a migrare, mentre i mammiferi possono mostrare un incremento di stress e stati ansiogeni.
  • Danni alla salute riproduttiva. Alcune ricerche suggeriscono che l’esposizione a CEM può ridurre la fertilità e la salute riproduttiva in alcuni animali. È stato ad esempio osservato un calo della qualità dello sperma nei topi esposti a campi RF e una diminuzione del tasso di schiusa delle uova negli uccelli esposti a campi ELF.
  • Danni al DNA. Studi in vitro hanno dimostrato che l’esposizione a CEM può determinare danni al DNA nelle cellule animali. Tuttavia, la rilevanza di questi risultati per gli effetti in vivo non è ancora del tutto chiara. Sono necessarie ulteriori ricerche.
  • Cambiamenti nel sistema immunitario. Alcuni studi suggeriscono che l’esposizione a CEM è in grado di indebolire il sistema immunitario negli animali, rendendoli più suscettibili a malattie e infezioni.

Fattori che incrementano gli effetti dell’elettrosmog sulla fauna

La sensibilità agli effetti dei CEM varia notevolmente tra le diverse specie animali. Ad esempio, alcuni insetti sembrano essere più sensibili ai campi RF rispetto ai mammiferi.

Gli animali in fase di sviluppo, come i feti e gli esemplari giovani, possono essere più suscettibili all’elettrosmog rispetto agli adulti.

L’intensità e la durata dell’esposizione ai CEM influenzano la gravità degli effetti potenziali.

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Effetti acuti

L’esposizione a campi elettromagnetici ad alta intensità può causare svariati effetti acuti. Quali sono quelli con maggiore evidenza?

  • Riscaldamento dei tessuti. L’esposizione a campi RF intensi può provocare il riscaldamento dei tessuti corporei, con potenziali danni a nervi, muscoli e altri organi.
  • Interferenze con i dispositivi medici. I campi elettromagnetici possono interferire con il funzionamento di dispositivi medici come pacemaker e impianti cocleari.
  • Alterazioni del sistema nervoso. A intensità elevate, i campi elettromagnetici possono causare alterazioni del sistema nervoso, come vertigini, mal di testa e disturbi del sonno.

Effetti cronici

Gli effetti a lungo termine dell’esposizione a campi elettromagnetici a bassa intensità sono ancora oggetto di dibattito scientifico. Alcuni studi epidemiologici hanno associato l’esposizione a campi ELF o RF a un aumento del rischio di alcuni tipi di cancro, come il tumore cerebrale.

Tuttavia, secondo l’attuale pensiero scientifico, la correlazione non implica necessariamente la causalità. Gli esperti puntualizzano che sono necessarie ulteriori ricerche per confermare i risultati finora ottenuti.

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L’esposizione cronica a campi elettromagnetici è stata inoltre associata a mal di testa, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e altri problemi neurologici.

Studi in vitro hanno dimostrato che l’esposizione a campi RF ad alte frequenze può anche causare danni al DNA.

Come ci si può tutelare dall’inquinamento elettromagnetico

Mentre la Scienza fa il suo corso e  la ricerca sugli effetti a lungo termine dell’inquinamento elettromagnetico prosegue, si possono adottare delle utili precauzioni per ridurre l’esposizione e minimizzare i potenziali rischi. Quali?

Ridurre l’utilizzo di dispositivi elettronici

Si parte dall’uso dello smartphone. Quando possibile, è opportuno utilizzare auricolari o altoparlanti per le chiamate, spegnendo il telefono se non è in uso.

Si suggerisce inoltre di spegnere il Wi-Fi quando non lo si utilizza, di posizionare il router lontano dalle zone di soggiorno e, quando possibile, di usare connessioni cablate.

Si raccomanda poi di ridurre l’utilizzo di dispositivi come forni a microonde, baby monitor, dispositivi Bluetooth e lampadine a fluorescenza.

Aumentare la distanza dalle fonti di CEM

È bene evitare di posizionare i letti vicino a elettrodomestici costantemente in uso. Occorre inoltre mantenere una distanza ragionevole da elettrodotti ad alta tensione. Si raccomanda poi di limitare il tempo trascorso nelle vicinanze di antenne radio e televisive ad alta potenza.

Utilizzare barriere protettive

Per limitare l’azione dell’elettrosmog è opportuno considerare l’utilizzo di appositi schermi protettivi per laptop e smartphone così da diminuire l’esposizione alle radiofrequenze. Un’altra accortezza consiste nel consultare un esperto per valutare l’uso di materiali schermanti per attenuare i campi elettromagnetici in ambienti domestici o lavorativi.

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Adottare uno stile di vita sano

Anche l’adozione di uno stile di vita sano può risultare d’aiuto. Si raccomanda di:

  • Mantenere una dieta ricca di antiossidanti per aiutare il corpo a contrastare i potenziali effetti dannosi dei CEM.
  • Garantirsi un sonno ristoratore così da supportare i meccanismi di riparazione del corpo.
  • Praticare regolarmente attività fisica in modo da favorire il benessere generale.

[Disclaimer – Le informazioni contenute in questo articolo sono fornite a scopo informativo e non sostituiscono il parere degli esperti.]

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