All’evento, condotto da Patrizio Roversi e Tessa Gelisio, che si è appena concluso a Bologna, sono stati approfonditi temi particolarmente importanti per il futuro del biologico italiano che punta a trainare la transizione agroecologica europea verso l’obiettivo di raggiungere il 25% di superfici coltivate a biologico. Si è parlato, inoltre, della dieta mediterranea bio e del contenimento dello spreco alimentare, mentre gli agricoltori biologici e biodinamici hanno raccontato come affrontano ogni giorno le sfide climatiche
Comunicato Stampa – Il biologico come chiave per un futuro più resiliente e sostenibile, questo il messaggio lanciato della Festa del BIO di Bologna, prima tappa della settima edizione della kermesse organizzata da FederBio, con la partecipazione di Legambiente, Slow Food Italia, AssoBio, Lipu, WWF Italia, ISDE, Nomisma e Crédit Agricole.
Palazzo Re Enzo, nel cuore di Bologna, si è trasformato per un giorno in un laboratorio di sostenibilità e benessere, dove sono stati approfonditi temi rilevanti come la transizione agroecologica, l’attenzione allo spreco alimentare, i benefici della dieta mediterranea bio per la salute delle persone e dell’ambiente, in un dibattito costruttivo e stimolante teso a sensibilizzare e diffondere una maggiore consapevolezza nei cittadini verso scelte alimentari responsabili.
La Festa del BIO di Bologna è stata anche l’occasione per rinnovare la volontà dell’Italia, che punta ad anticipare di tre anni l’obiettivo EU e arrivare al 25% di SAU bio entro il 2027, di porsi come leader nella transizione agroecologica europea, contribuendo attivamente alla sostenibilità e alla riduzione dell’impatto ambientale dell’agricoltura. Del resto, l’Italia con circa 2,5 milioni di ettari coltivati a biologico e oltre 94 mila operatori è tra i Paesi più bio d’Europa con già il 20% del totale delle superfici coltivate a bio.
Positive anche le vendite di alimenti biologici che, secondo i dati Nomisma, nel 2023 hanno raggiunto quasi 5,4 miliardi di euro, con un incremento del 9% a valore rispetto all’anno precedente e del 4% considerando i primi sei mesi del 2024 in GDO. Sul fronte dell’export, i prodotti biologici italiani hanno toccato quota 3,6 miliardi di euro, segnando un aumento del 203% considerando il decennio dal 2012 al 2023.
“Nonostante le numerose difficoltà legate al complesso contesto macroeconomico condizionato dalle emergenze climatica, alimentare e ambientale, il settore biologico nazionale continua a crescere – ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio – L’Italia vanta il più alto numero di operatori bio in Europa, di cui 84.000 sono aziende agricole. Tuttavia, persistono anche delle criticità: il consumo di prodotti biologici in Italia è ancora inferiore rispetto a molti altri Paesi europei, e per raggiungere l’obiettivo del 25% di superfici coltivate a biologico entro il 2027, è necessario rafforzare sia i consumi sia la filiera produttiva. È indispensabile semplificare gli aspetti amministrativi e burocratici per gli agricoltori, poiché rappresentano un ostacolo sia in termini di tempo che di costi, con il rischio che molte piccole e medie imprese agricole abbandonino il percorso biologico. Inoltre, è importante garantire formazione e assistenza tecnica agli agricoltori, insieme a maggiori investimenti in ricerca e innovazione. Questi strumenti sono essenziali per aiutare le aziende agricole a incrementare la fertilità del suolo, tutelare la biodiversità e contrastare le sfide climatiche, offrendo innovazione anche al resto dell’agricoltura”.
Tra incontri di approfondimento, un coinvolgente showcooking con Vito, degustazioni di alimenti biologici e la finale del contest tra gli studenti dell’istituto alberghiero locale, la Festa del BIO è stata l’occasione ideale per promuovere un consumo più responsabile e sostenibile, con particolare attenzione al contenimento degli sprechi.
“Riteniamo molto importante sensibilizzare i cittadini sui valori e i benefici del biologico per la salute e l’ambiente – ha concluso la presidente Mammuccini – Ma è anche strategico fare sistema tra produzione, trasformazione e distribuzione per sviluppare filiere di Made in Italy bio basate sul giusto prezzo, e promuovere i distretti bio, che valorizzano le aree interne e diffondono la cultura alimentare locale grazie al rapporto diretto tra agricoltori e cittadini. Solo con un mercato forte e consapevole possiamo creare un circolo virtuoso che garantisca un futuro sostenibile per il biologico”.
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