Festa del BIO e MontagnaMadre
Ambiente

Festa del BIO e MontagnaMadre: “Salviamo le aree interne, patrimonio di biodiversità, salute e opportunità di futuro per le nuove generazioni”

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Un grande afflusso di pubblico ha caratterizzato l’evento che, per due giorni, ha trasformato l’Orto Botanico di Roma nel centro della sostenibilità e dell’agroecologia. Talk, laboratori, showcooking, contest e degustazioni hanno animato la manifestazione nel corso della quale i visitatori hanno avuto anche l’opportunità di acquistare direttamente dai 30 produttori presenti al Mercato della Terra e nel Villaggio del Bio

Comunicato Stampa – Roma sceglie un futuro più sostenibile: migliaia di persone hanno partecipato alla “Festa del BIO e MontagnaMadre” l’evento, organizzato il 29 e 30 marzo da FederBio e Slow Food Italia, con il contributo della divisione Mountain Partnership della FAO e dell’Orto Botanico-La Sapienza, con l’obiettivo di promuovere l’adozione di stili di vita più sani e responsabili, a partire dalle scelte alimentari. Un’attitudine sempre più riscontrata nelle persone che si traduce nel riservare maggiore attenzione alla provenienza del cibo, valorizzando il ruolo dell’agricoltore, custode di sapere e tradizioni, privilegiando filiere corte e biodistretti che hanno la capacità di unire territori e persone, mettendo in contatto diretto produttori e cittadini.

Il messaggio lanciato dall’evento romano si è concentrato sull’importanza di salvaguardare le aree interne e montane, territori fragili e a rischio di spopolamento, ma al contempo preziosi scrigni che custodiscono un ricco patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e turistico. Le montagne svolgono un ruolo cruciale nella protezione delle risorse idriche, dell’assetto idrogeologico, della biodiversità e delle foreste, elementi essenziali per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema del nostro Paese.

È emerso, inoltre, con chiarezza l’importanza di promuovere politiche alimentari, come quelle contenute nella food policy del Comune di Roma, che puntino a sostenere la produzione agroecologica, il ritorno dei produttori nei mercati rionali e l’aumento di cibo biologico nella ristorazione collettiva e nelle mense scolastiche, riducendo al contempo gli sprechi. In generale, le politiche del cibo, che un numero crescente di città sta implementando a livello mondiale, rappresentano strumenti chiave per connettere le zone interne e montane con le aree urbane, mettendo l’agricoltore al centro del rapporto con i cittadini. Le food policy contribuiscono a costruire la sovranità e la sicurezza alimentare, favorendo la transizione verso un sistema più equo e sostenibile.

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Abbiamo fortemente voluto che al Masaf fosse istituita per la prima volta una specifica delega dedicata all’agricoltura delle aree interne e di montagna perché siamo convinti che sia strategica per il futuro di tutto il nostro settore Primario”, ha affermato il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo. “È prioritario affrontare le criticità esistenti e salvaguardare questi territori, sia per frenare lo spopolamento e l’abbandono, sia per valorizzare le loro molteplici potenzialità e realizzare un nuovo sviluppo sostenibile”.

“Protagoniste di questo sviluppo – continua il sottosegretario – saranno sempre di più l’agricoltura e la zootecnia biologica e biodinamica, insieme ai distretti biologici che stiamo sostenendo in modo convinto. Rappresentano infatti un valore aggiunto che caratterizza luoghi dal grande patrimonio ambientale e paesaggistico, ricchi di cultura, tradizioni e biodiversità, che possono crescere molto anche dal punto di vista turistico

La montagna è un territorio nevralgico per l’agricoltura. Se nei territori montani e collinari si evidenziano delle criticità è chiaro che si determina un impatto negativo su tutto il comparto agricolo nazionale – sottolinea Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio -. Secondo recenti elaborazioni di Nomisma su dati ISTAT, tra il 2000 e il 2020 le aziende agricole italiane sono diminuite del 52%, passando da 2,4 milioni a 1,15 milioni, una perdita che per il 75% si è concentrata proprio nelle aree collinari e montane. Questi numeri sottolineano chiaramente che aver ritenuto il modello agricolo intensivo adatto a tutte le zone è stato un errore strategico che ha contribuito all’impoverimento di sistemi territoriali montani e collinari. Frenare lo spopolamento delle montagne e delle aree interne è un obiettivo che viene perseguito da anni, credo che, grazie alla prima delega al Governo che unisce biologico e aree interne, ci possa essere finalmente l’opportunità di mettere in campo idee e progetti concreti per rilanciare questi luoghi. Per la crescita delle aree montane è fondamentale puntare sull’innovazione rappresentata dal modello agroecologico, fondato su un approccio sistemico alla sostenibilità e all’equità sociale. Il recupero dei prodotti locali, la vendita diretta, il rafforzamento del turismo, l’integrazione della produzione agricola con la diffusione della zootecnia biologica e biodinamica, unita alla promozione dei distretti biologici, possono consentire di ricreare sistemi economici locali e reti sociali in grado di rilanciare questi territori, rendendoli attraenti in particolare per le nuove generazioni e le donne”.

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Il grande afflusso di adulti, bambini e giovani romani alla manifestazione dimostra come ci siano sempre più persone che si interessano di ciò che ci nutre – ha dichiarato Barbara Nappini, Presidente Slow Food Italia – Slow Food ritiene che tutti abbiano diritto ad un cibo di qualità: buono ma anche virtuoso ed equo. Il vigente modello di produzione estrattivista che depaupera le risorse senza restituire nulla deve essere ripensato a partire dal cibo. Le aree interne ed un approccio agroecologico all’agricoltura, il biologico, la biodinamica, sono stati al centro di questi due giorni di riflessione condivisa con i cittadini che, evidentemente, hanno voglia di sapere, capire e partecipare”.

Siamo particolarmente soddisfatti di aver ospitato un evento di grande rilevanza come la Festa del BIO e MontagnaMadre – ha sottolineato Fabio Attorre, Direttore dell’Orto Botanico, Sapienza Università di Roma -. L’auspicio è che questa iniziativa, che stimola una riflessione concreta sul futuro dell’ambiente e delle comunità, partendo dalla valorizzazione delle zone montane e delle produzioni locali, possa diventare un appuntamento annuale che contribuisca a sostenere i progetti educativi della Summer school GROW, il programma di formazione della Mountain Partnership della FAO. L’Orto Botanico, con la sua posizione strategica nel cuore di Roma, rappresenta il luogo ideale per sensibilizzare i cittadini sulla sostenibilità, la tutela dell’ambiente e della biodiversità”.

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Festa del BIO e MontagnaMadre è stata supportata da “Being Organic in Eu”, il progetto promosso da FederBio in collaborazione con Naturland per la valorizzazione del biologico europeo.

[Cover Image – © Feder BIO]

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