Giro delle Tre Cime di Lavaredo
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Giro delle Tre Cime di Lavaredo: trekking nel cuore delle Dolomiti

Tempo di lettura: 3 minuti

Il giro delle Tre Cime di Lavaredo, un’escursione da sogno nel cuore delle Dolomiti, tra natura incontaminata, storia e panorami da cui lasciarsi incantare 

Le Tre Cime di Lavaredo, simbolo indiscusso delle Dolomiti e patrimonio UNESCO, sono una meta imperdibile per gli amanti della montagna e del trekking. Situate al confine tra Veneto e Alto Adige, queste tre maestose guglie rocciose – Cima Grande, Cima Ovest e Cima Piccola – dominano l’orizzonte con la loro imponenza. Il giro ad anello che permette di ammirale in tutto il loro splendore è uno dei percorsi escursionistici più celebri al Mondo, un tragitto che unisce natura selvaggia, panorami indimenticabili e un tuffo nella storia della Grande Guerra.

La porta d’accesso al giro delle Tre Cime di Lavaredo

Il punto di partenza del giro è il Rifugio Auronzo, raggiungibile tramite una strada panoramica a pedaggio da Misurina, un lago alpino a circa 40 minuti da Cortina d’Ampezzo o Dobbiaco. A oggi, il  transito sulla strada, aperta generalmente da fine maggio a ottobre (condizioni meteo permettendo), ha un costo di 30 euro per le auto, un prezzo che include anche il parcheggio. Se si opta per l’auto è importante arrivare di buon’ora alla mattina. Il parcheggio tende a riempirsi con una certa facilità.

In alternativa, per chi preferisce i mezzi pubblici, durante l’alta stagione ci sono autobus da Cortina e Dobbiaco che conducono fino al rifugio.

Il percorso: un anello di 10 Chilometri tra una natura incantevole

Il giro delle Tre Cime è un anello di circa 10 chilometri, con un dislivello totale di 400 metri, classificato come moderato e adatto a escursionisti di livello intermedio. Si può percorrere in senso orario o antiorario. La direzione antioraria è la più gettonata e offre viste spettacolari sulle pareti Nord delle Cime fin dal primo tratto.

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Dal Rifugio Auronzo (2.320 m), si segue il sentiero CAI 101 verso Est. La prima tappa è il Rifugio Lavaredo (2.344 m), a circa 30 minuti di cammino su un tracciato largo e pianeggiante, perfetto per ammirare i Cadini di Misurina e le Tre Cime che si stagliano sulla sinistra. Da qui, una breve salita conduce alla Forcella Lavaredo (2.454 m), il punto più alto del giro. Un balcone naturale da cui si apre la vista iconica sulle pareti settentrionali, un’immagine da cartolina che ha reso queste montagne famose in tutto il Mondo.

Proseguendo, il sentiero scende leggermente e conduce al Rifugio Locatelli (2.405 m), a circa un’ora dalla forcella. Questo rifugio, incastonato tra le cime, offre una pausa con vista e l’opportunità di esplorare i vicini Laghi dei Piani, due specchi d’acqua cristallina che riflettono le montagne.

L’ultima parte del giro segue il sentiero CAI 105, passando per la Malga Langalm (2.283 m) e la Forcella Col de Mezzo (2.315 m), prima di tornare al punto di partenza. In totale, il trekking richiede 3-4 ore, ma vale la pena prendersela comoda per godersi ogni dettaglio.

Punti salienti dell’esperienza: natura, storia e fotografia

Il giro delle Tre Cime non è solo un’esperienza paesaggistica, ma anche un viaggio nel tempo. Lungo il percorso, si incontrano resti della Prima Guerra Mondiale, come trincee e gallerie scavate nella roccia, testimonianze dei combattimenti che si svolsero su questi crinali. Il Rifugio Locatelli, in particolare, è un ottimo punto per esplorare questi siti storici.

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La natura qui regna sovrana: in estate, i prati si tingono di fiori selvatici, mentre in autunno i colori dorati trasformano il paesaggio in un dipinto.

Per i fotografi, ogni angolo offre uno scatto perfetto, dalla silhouette delle Cime contro il cielo al riflesso nei laghetti alpini.

Consigli pratici: quando andare e cosa portare

Il periodo migliore per cimentarsi nel giro delle Tre Cime va da giugno a ottobre, con settembre e ottobre che offrono meno folla e una luce ideale per le foto. L’estate (luglio e agosto) è la stagione più affollata, quindi si consiglia di partire presto – idealmente prima delle 8 – per evitare i gruppi e godersi la pace delle montagne.

È opportuno portare acqua a sufficienza, degli spuntini sani (anche se i rifugi servono ottimi piatti locali, tra cui la polenta) oltre a indossare scarponi da trekking, una giacca impermeabile e, ovviamente. Per immortalare la natura, è essenziale non dimenticare la macchina fotografica se non si possiede un cellulare con buona risoluzione.

Un ulteriore suggerimento: il  meteo in quota può cambiare rapidamente, quindi prima di partire è saggio controllare le previsioni.

Ultima raccomandazione: la natura è la nostra prima dimora. Va rispettata nella sua totalità.

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