Meccanismo di proiezione in Psicologia:
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Il meccanismo di proiezione in Psicologia: significato e contestualizzazioni

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Il meccanismo di proiezione è un concetto cardine della Psicologia e della Psicoanalisi che esplora come gli individui attribuiscano inconsciamente sentimenti e desideri propri agli altri. Come funziona e perché può essere comune nel comportamento umano

Il funzionamento della mente umana è complesso. Spesso coinvolge meccanismi inconsci che aiutano l’individuo a gestire emozioni difficili o conflitti interni. Tra questi, il meccanismo di proiezione ha un ruolo centrale sia nella teoria psicoanalitica sia nella Psicologia contemporanea.

“Proiettare” significa trasferire i propri sentimenti, pensieri o impulsi su qualcun altro, spesso per evitare il disagio di doverli affrontare direttamente. Ma come funziona realmente la proiezione e come si manifesta nella vita di tutti i giorni?

Che cos’è il meccanismo di proiezione?

Il meccanismo di proiezione è un concetto che risale alle teorie psicoanalitiche di Sigmund Freud. Secondo il padre della Psicanalisi, la proiezione è uno dei principali meccanismi di difesa, utilizzati dall’inconscio per ridurre l’ansia derivante da pensieri, impulsi o emozioni inaccettabili.

In sostanza, consiste nell’attribuire agli altri sentimenti o impulsi che l’individuo trova inaccettabili in se stesso. Questo trasferimento di emozioni permette al soggetto di “spostare” il peso della responsabilità su qualcun altro, senza dover fare i conti con l’origine interna del conflitto emotivo.

Un esempio classico potrebbe essere una persona che, avendo difficoltà a riconoscere la propria aggressività, accusa gli altri di essere aggressivi o ostili. In questo modo, non si rende conto di essere essa stessa a provare tali emozioni.

Altro esempio, può trovarsi in una persona che gode di poca autostima e, tendendo a infuriarsi con se stessa, finisce per attaccare “l’altro”, vedendosi proiettata in lui come in uno specchio. All’atto pratico, perciò, è come se la persona attaccasse se stessa e non chi interagisce con lei. Il meccanismo si verifica quasi esclusivamente con le persone amate o con le persone di fiducia, che rappresentano un supporto sicuro, disponibile e compassionevole, nel senso ghandiano del termine.

Proiezione e meccanismi di difesa

La proiezione fa parte dei meccanismi di difesa descritti da Anna Freud, figlia di Sigmund. Si tratta di strategie psicologiche che l’individuo mette in atto per evitare di affrontare consapevolmente emozioni o pensieri dolorosi o scomodi. In molti casi, l’uso di tali meccanismi avviene senza che il soggetto se ne renda conto.

La proiezione può manifestarsi in diversi modi, alcuni dei quali includono:

  • Proiezione classica, in cui si attribuiscono ad altri pensieri, impulsi o sentimenti indesiderati. Ad esempio, una persona gelosa del successo di un collega potrebbe accusarlo di essere invidioso. Questo tipo di proiezione è caratteristica dei soggetti narcisisti patologici.
  • Proiezione collettiva, un fenomeno che coinvolge gruppi o comunità che, di fronte a tensioni sociali o culturali, attribuiscono “il male” a gruppi esterni. Questo meccanismo è spesso osservato nei conflitti etnici o ideologici, trattandosi di contesti che generano un forte stress collettivo.
  • Proiezione sottile, in cui l’individuo interpreta ambigui segnali esterni in maniera congruente con i suoi conflitti interni. Ad esempio, una persona insicura può percepire una critica come un attacco personale, anche quando non lo è.

Perché proiettiamo sugli altri?

L’uso della proiezione è legato al bisogno di mantenere una visione positiva di sé, proteggendo l’ego da sentimenti di inadeguatezza, colpa o vergogna. Quando l’individuo si trova di fronte a pensieri o sentimenti che non può accettare consciamente, l’inconscio interviene “esternalizzando” tali emozioni.

Trattandosi di una modalità di comunicazione velata, proiettare continuamente i propri conflitti interni sugli altri può danneggiare le relazioni interpersonali, portando a incomprensioni, tensioni e isolamento. Chi proietta, infatti, tende a fraintendere gli altri, reagendo in modo eccessivo o interpretando erroneamente situazioni neutre come ostili.

Meccanismo di proiezione e Disturbo Borderline di Personalità

Il meccanismo di proiezione è particolarmente rilevante nel Disturbo Borderline di Personalità (DBP).

Le persone con DBP sperimentano intense emozioni di rabbia, paura dell’abbandono e vuoto interiore, che risultano difficili da gestire. Per proteggersi dall’angoscia che queste emozioni provocano, tendono a proiettare sugli altri sentimenti o conflitti interni inaccettabili, come la paura dell’essere rifiutati o sentimenti di svalutazione personale.

Possono ad esempio percepire negli altri l’intenzione di ferirli o di abbandonarli, anche quando queste paure sono infondate, con conseguenze che possono scaturire in crisi di profonda entità.

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Nei soggetti borderline il meccanismo di proiezione può anche essere visto come uno sforzo di preservare la propria autostima o di cercare una conferma del proprio sé instabile, così da ottenere vicinanza e sicurezza. Nel caso specifico, avviene che la persona che mette in atto la proiezione desideri comunicare al suo interlocutore: “Ho le mie imperfezioni, posso sbagliare, a volte mi capita di non essere piacevole come mi reputi. Mi accetti, comunque? Mi ami? Mi vuoi bene? O preferisci abbandonarmi?”. La proiezione diviene quindi un metodo inconscio utilizzato dal borderline, per avere un riscontro dei reali sentimenti del proprio interlocutore, un mezzo per avere conferme, così da esorcizzare la paura del rifiuto e dell’abbandono.

Nella quotidianità della persona borderline, il meccanismo della proiezione può purtroppo contribuire a creare relazioni instabili, caratterizzate da forti oscillazioni tra idealizzazione e svalutazione dell’altro. Nel percorso psicoteraeutico, affrontare la proiezione consente al soggetto di accrescere la propria autostima e comprendere come i propri stati emotivi distorcano le percezioni interpersonali, con il risultato di migliorare la capacità di regolare le emozioni e di instaurare rapporti più equilibrati.

Proiezione e psicoterapia

Il meccanismo di proiezione, quindi, è uno strumento potente che la psiche utilizza per gestire l’ansia e il disagio derivante da pensieri o da sentimenti inaccettabili, creando uno scudo protettivo. Se non riconosciuto e affrontato, può tuttavia portare a dinamiche interpersonali disfunzionali oltre che una distorsione della realtà.

La psicoterapia è un contesto in cui la proiezione può essere esplorata e gradualmente superata. Nella relazione terapeutica, il paziente potrebbe proiettare su psicoterapeuta sentimenti o emozioni che prova per altre figure significative della propria vita, come genitori o partner. Questo fenomeno è conosciuto come traslazione.

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Attraverso il lavoro terapeutico, la proiezione può essere “smontata”, permettendo all’individuo di riconoscere e accettare le parti di sé che erano state attribuite agli altri. Uno degli obiettivi principali della terapia è portare a una maggiore consapevolezza di questi processi inconsci, aiutando la persona a prendersi la responsabilità dei propri sentimenti e a migliorare progressivamente le proprie relazioni interpersonali, rendendole consapevoli, autentiche e soddisfacenti.

Fonti:

  • Freud, S. (1894). Le nevrosi da difesa. Opere, 1894-1896.
  • Freud, A. (1936). L’Io e i meccanismi di difesa. Bollati Boringhieri.
  • Laplanche, J., & Pontalis, J.-B. (1967). Enciclopedia della Psicoanalisi. Laterza.
  • Kernberg, O. (1975). Borderline Conditions and Pathological Narcissism. Aronson.

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