Una delle cime più emblematiche delle Alpi italiane, la Marmolada. Il suo ruolo negli habitat montani, la sua memoria storica, la salvaguardia del suo ghiacciaio sotto la spinta dei cambiamenti climatici
Con i suoi 3.343 metri di altitudine, la Marmolada è la montagna più alta delle Dolomiti. Situata tra il Veneto e il Trentino-Alto Adige è nota con l’appellativo di “Regina delle Dolomiti” poiché rappresenta un simbolo non solo per l’innegabile imponenza, ma anche per il valore ecologico, storico e scientifico che detiene.
I cambiamenti climatici ne stanno però trasformando profondamente il paesaggio e il fragile ecosistema custodito nei millenni.
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Geologia e formazione
La Marmolada è composta principalmente da dolomia, una roccia sedimentaria contenente carbonato di calcio e magnesio. Questa tipologia di roccia, che conferisce alle Dolomiti il loro caratteristico colore chiaro, ha avuto origine circa 230 milioni di anni fa, durante il Triassico, quando la zona era sommersa da mari tropicali. Il successivo sollevamento tettonico ha portato alla formazione delle maestose cime che conosciamo attualmente.
Nel tempo, la presenza di ghiacciai, seppur ridotti, ha contribuito all’erosione e alla modellazione del paesaggio, creando morene, crepacci e laghetti glaciali. Il ghiacciaio principale, situato sul versante nord della Marmolada, è uno degli ultimi ghiacciai significativi delle Dolomiti, sebbene la sua estensione sia in tragica riduzione.
Gli effetti del cambiamento climatico sul Ghiacciaio della Marmolada
Il Ghiacciaio della Marmolada è al centro degli studi sul riscaldamento globale. Negli ultimi decenni, si è ridotto a un ritmo allarmante. Secondo il Comitato Glaciologico Italiano, la superficie si è dimezzata rispetto agli anni ’80. Le proiezioni indicano che potrebbe scomparire entro la metà del secolo se le temperature continuano a salire, come difatti sta accadendo.
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La riduzione sta avendo ripercussioni sull’ambiente locale. La perdita di ghiaccio influisce sulle riserve idriche e sulla biodiversità delle Dolomiti, alterando equilibri ecologici millenari.
La Marmolada nella storia
La Marmolada va ricordata anche per il suo profondo significato storico. Durante la Prima Guerra Mondiale, la montagna fu teatro di aspri combattimenti tra l’esercito italiano e quello austro-ungarico. I soldati scavarono gallerie nel ghiaccio per costruire una “città di ghiaccio”, utilizzata come rifugio e postazione militare.
Ancora oggi, resti di queste gallerie e dei reperti bellici emergono dal ghiacciaio, rivelando le difficoltà di vivere e di combattere in un ambiente così estremo.
Il futuro della Regina delle Dolomiti: le sfide di conservazione
La Marmolada rappresenta un patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore, ma è minacciata dai cambiamenti climatici, dall’intensa frequentazione turistica e dall’urbanizzazione delle aree circostanti.
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Gli esperti sottolineano l’importanza di adottare misure di tutela, tra cui la regolamentazione del turismo, il monitoraggio del ghiacciaio, l’educazione ambientale nei confronti dei cittadini locali e dei visitatori. Il riconoscimento delle Dolomiti come Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2009 ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di proteggere queste meraviglie naturali ma l’iniziativa non è sufficiente.
È essenziale mettere in atto strategie mirate per una salvaguardia totale dell’intera area dolomitica, includendo la tutela delle specie animali autoctone, troppo spesso messe in pericolo da decisioni frettolose, spartane, disattente al ruolo essenziale della fauna sotto il profilo della biodiversità.
Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.