Milano celebra il biologico con la Festa del BIO
Ambiente

Milano celebra il biologico: focus su ambiente, salute e sostenibilità

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Alla Festa del BIO di Milano, esperti e agricoltori si sono confrontati sulla transizione agroecologica, ribadendo il ruolo centrale dell’agricoltura biologica per un futuro sostenibile e la necessità di politiche condivise per promuoverne la diffusione

Le scelte alimentari rivestono un ruolo cruciale per la salute delle persone, la salvaguardia degli ecosistemi e la lotta ai cambiamenti climatici. Questo è il messaggio emerso dalla tappa milanese della settima edizione della Festa del BIO, tenutasi a Milano sabato 14 Dicembre 2024.

L’appuntamento è stato un’occasione per evidenziare il valore del biologico come pilastro per un futuro sostenibile. Tale modello virtuoso si rivela fondamentale per la conservazione delle risorse naturali, a vantaggio delle generazioni future.

Un confronto sul futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione

Nel corso della giornata, esperti, ricercatori, nutrizionisti e agricoltori si sono confrontati sul futuro dell’agricoltura e dell’alimentazione, mettendo in luce il ruolo strategico della transizione agroecologica, con il biologico e il biodinamico come esempi di eccellenza.

L’evento ha ribadito l’importanza dell’educazione alimentare per orientare i consumatori verso scelte più consapevoli, favorendo il consumo di prodotti locali, la riduzione del consumo di carne e il contrasto agli sprechi alimentari.

La rapida evoluzione della crisi climatica conferma la necessità e l’urgenza di un cambiamento radicale nel modello di agricoltura e nelle scelte alimentari – ha evidenziato Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBioSecondo i dati presentati recentemente da Nomisma, molte delle produzioni del nostro Paese hanno subito cali produttivi che superano in diversi casi anche il 30%, soprattutto al Centro e al Sud, a causa della crisi climatica. Non abbiamo più tempo. Per tutelare le nostre produzioni agricole occorre agire subito e accelerare la transizione verso l’agroecologia per centrare ancora più rapidamente gli obiettivi del Green Deal, che puntano a raggiungere il 25% di superficie coltivata a biologico in EU entro il 2030. Per cambiare il modello di produzione è indispensabile, però, modificare anche il modo di consumare, per questo riteniamo fondamentale sensibilizzare i cittadini e far comprendere che quando scegliamo un cibo scegliamo anche il metodo con cui viene coltivato. C’è una responsabilità collettiva che riguarda da una parte gli agricoltori, che devono agire sempre di più verso la sostenibilità anche attraverso la conversione al bio, dall’altra i cittadini, che devono fare scelte consapevoli verso un cibo prodotto nel rispetto della Natura e della salute delle persone. Puntare al prezzo più basso comporta una compromissione dei diritti dei lavoratori, la riduzione del reddito degli agricoltori aprendo di fatto al lavoro nero. La sostenibilità ambientale non è in contrasto con quella economica e sociale, al contrario tutto rientra in un processo coerente e integrato”.

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È tempo di introdurre una sana educazione alimentare nelle scuole

L’introduzione dell’educazione alimentare nelle scuole è per noi fondamentale – ha dichiarato Barbara Nappini, Presidente Slow Food ItaliaParagono spesso il nostro sistema alimentare a un piatto con una ‘trave’ invisibile al suo interno. Questa metafora rappresenta un paradigma ingiusto che combina degrado ambientale, sprechi e fame, contribuendo ad aumentare il divario tra il Nord e il Sud del Mondo. È urgente cambiare modello e riconoscere il valore di un’agricoltura integrata con gli ecosistemi: per noi la strada è il biologico e l’agroecologia. Per costruire un futuro più equo e sostenibile è estremamente importante sensibilizzare le nuove generazioni sul legame tra cibo, ambiente e giustizia sociale. Secondo il rapporto ISMEA, su 100 euro spesi per prodotti freschi, solo 7 finiscono al contadino, mentre nei prodotti trasformati questa cifra scende a 1,5 euro. Questo dato evidenzia una crisi profonda, ma al tempo stesso offre un’opportunità: pensare a un nuovo modello produttivo, perché quello intensivo è ormai al capolinea. Il problema è globale, ma può essere affrontato attraverso i tre pilastri di sostenibilità economica, sociale e ambientale, e con approcci agronomici buoni, puliti e giusti come il biologico”.

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La necessità di un impegno condiviso

In Italia, le superfici agricole dedicate al biologico sono in crescita, sostenute da politiche che incentivano la transizione agroecologica, con risultati più evidenti nelle piccole e medie aziende – ha sottolineato Nicoletta Maffini, Presidente AssoBioTuttavia, nelle grandi imprese, situate soprattutto in Piemonte, Lombardia e Veneto, l’agricoltura biologica non è ancora sufficientemente diffusa. Però, il punto principale riguarda i consumi: nel nostro Paese permane uno scetticismo legato ai controlli, che rende imprescindibile una comunicazione più chiara ed efficace sui benefici del biologico. L’agricoltura biologica rappresenta una risposta concreta che rispetta e rigenera i terreni, duramente sfruttati nei decenni precedenti dall’agricoltura intensiva, che ha causato gravi danni ambientali. Oggi, con il cambiamento climatico che mette sempre più in crisi il settore agricolo, il biologico si conferma la scelta indispensabile per il futuro. È fondamentale però rivedere l’IVA, un prodotto che tutela la salute e l’ambiente, come il biologico, merita un’agevolazione fiscale. Serve l’impegno di tutti per raggiungere questo obiettivo”.

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