L’identificazione con la persona amata nel Disturbo Borderline è una risposta a una profonda fragilità del senso di sé e alla paura dell’abbandono. Sebbene questa dinamica possa alleviare temporaneamente l’angoscia interna, va indirizzata in modo che il Borderline possa imparare a star bene con se stesso e ad avere autostima, sviluppando così un’identità stabile, forte, che migliorerà ogni rapporto personale fondato sulla sincerità
Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) è caratterizzato da una complessa interazione di emozioni intense, relazioni difficoltose e una percezione del sé fragile e fluttuante.
Una delle dinamiche più particolari del disturbo è la tendenza della persona borderline a identificarsi fortemente con la persona amata.
Il fenomeno non è solo il risultato di un intenso attaccamento emotivo, ma ha radici profonde nella difficoltà di costruire e mantenere un senso stabile di identità.
Cosa leggerai nell'articolo:
La fragilità dell’identità nel Disturbo Borderline
Alla base del DBP c’è una marcata instabilità del senso di sé. Se sottoposte a stress eccessivo, a pressioni costanti, a dolori che mettono a dura prova la loro delicata emotività, le persone con questo disturbo possono sperimentare frequenti cambiamenti nella percezione della propria identità, negli obiettivi che si prefiggono, nelle sfide quotidiane a cui vengono sottoposti.
Questo senso di identità indefinito, derivante da un’insicurezza di fondo, provoca spesso un forte smarrimento, che può spingerle a cercare una solida base esterna su cui ancorarsi.
La persona amata, che diventa una figura centrale nelle loro vite, è percepita come una fonte di stabilità. Attraverso l’identificazione con l’altro, la persona borderline tenta di riempire il vuoto interiore e trovare una definizione temporanea del sé.
Questo meccanismo, seppur in parte inconsapevole, è motivato dal desiderio di ridurre l’ansia legata alla propria frammentazione identitaria.
La paura dell’abbandono
Tra le caratteristiche principali del Disturbo Borderline c’è una paura intensa e costante dell’abbandono, sia reale che immaginato, che dipende in larga misura dalla mancanza di un adeguato livello di autostima.
Questa paura spinge chi è interessato dalla problematica a fare tutto il possibile per mantenere la connessione con la persona amata. L’identificazione con l’altro diventa, in questo contesto, una strategia di sopravvivenza emotiva: se riescono a fondersi con l’altro, sentono di ridurre il rischio di separazione.
Tale attaccamento può manifestarsi attraverso comportamenti come imitare gli interessi, il look, i valori o i modi di fare della persona amata. Non si tratta di semplice ammirazione o conformismo, ma di un tentativo profondo di diventare un unico essere con l’altro, per alleviare il terrore dell’abbandono, ottenendo un senso di sicurezza. Si viene così a creare un legame simbiotico.
Se la relazione viene in qualche modo scalfita dall’intromissione di componenti o di soggetti terzi che si intromettono nella coppia, dividendola, il Borderline piomba nell’incubo dell’abbandono, con conseguenze devastanti per la sua stabilità.
Spinto dai suoi innati seppur spesso infondati sensi di colpa, il Borderline finisce ingiustamente per auto-colpevolizzarsi e per allontanare ulteriormente la persona amata, per timore di farla soffrire. Si sente immeritevole di ricevere amore.
La sincerità del suo sentimento lo spinge inconsciamente a troncare la relazione, per evitare dolore al proprio partner, pur continuando ad amarlo profondamente. Il quadro che si viene a creare corrisponde a ciò che viene definito abitualmente come meccanismo di svalutazione ma che, all’osservazione attenta, è il riflesso di un amore viscerale.
Il silenzio del Borderline
“Ti amo con tutto il mio essere. Perciò preferisco soffrire, piuttosto che farti preoccupare, urlandoti addosso che sto male per motivi che non dipendono da te”. “Voglio proteggerti”. “Meglio che tu stia alla larga da una situazione che non riesco ancora a gestire”. “Preferisco tacerti il mio dolore perché ancora non so esattamente da dove provenga”. Sono queste alcune delle tante riflessioni che possono affiorare nella mente del Borderline in crisi. Un turbinio di pensieri che causa angoscia, ansia, vuoti interiori di enorme portata.
Ma dietro questa apparente chiusura si nasconde un grido d’aiuto soffocato dagli eventi. È come se il Borderline volesse gridare alla persona amata: “Stammi accanto, non abbandonarmi, perché ho un disperato bisogno di te”.
Se alla base la relazione è solida e quindi il Borderline può contare su un partner sincero, serio, attento, affidabile, pronto a supportarlo nelle sue difficoltà, il rapporto si ricucirà, con la prospettiva di una convivenza sana, pacifica, colma d’amore reciproco, che potrà anche convolare nel matrimonio.
L’importanza della differenziazione nelle relazioni
Una componente cruciale nelle relazioni è la capacità di mantenere una chiara distinzione tra sé e l’altro, pur se si è emotivamente connessi e si vive in simbiosi.
Tuttavia, per una persona Borderline, questa capacità di differenziazione è spesso compromessa dalle proprie insicurezze. La mancanza di un’identità stabile le può rendere difficile riconoscere i confini tra sé e la persona amata, aprendo involontariamente la strada a degli equivoci.
Lavorando con il supporto della persona amata, del proprio contesto affettivo, il Borderline può superare le sue difficoltà, sviluppando autostima e arrivando coì a definire pienamente la sua personalità.
Come si lavora su questo aspetto in Psicoterapia
Anche il lavoro psicoterapeutico con persone borderline si concentra sulla costruzione di un senso di identità più stabile e autonomo. Attraverso la terapia, la persona può imparare a riconoscere e a gestire i propri sentimenti di vuoto, le paure legate all’abbandono e i modelli disfunzionali di attaccamento. Può imparare a dare la giusta priorità al suo benessere, ai suoi desideri, ai suoi bisogni, dimostrandosi anche generoso con sé, non solo con gli altri. Può imparare che adottando un dialogo aperto, genuino, quelle che possono apparire montagne invalicabili, sono in realtà semplici zig zag facilmente dribblabili, senza che si vengano a creare malumori né disagi.
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La Dialectical Behavior Therapy (DBT), una delle terapie più efficaci per il Disturbo Borderline, aiuta le persone a sviluppare abilità di regolazione emotiva e a costruire relazioni più equilibrate.
La Psicoterapia mira anche a rafforzare la capacità di differenziazione, ossia la capacità di essere emotivamente connessi senza perdere il senso del sé. Attraverso un processo graduale, la persona può imparare a vivere relazioni basate sull’equilibrio, riuscendo a definire in maniera marcata i tratti della propria personalità.
Fonti:
- Linehan, M. M. (1993). Cognitive-Behavioral Treatment of Borderline Personality Disorder. New York, NY: Guilford Press.
- Paris, J. (2007). The Treatment of Borderline Personality Disorder: A Guide for Professionals. New York, NY: Oxford University Press.
Sono la CEO di Controsenso, Impresa operante nel Digital Marketing, nel giornalismo e nella comunicazione strategica. Dirigo un team di esperti che supporta P.M.I. e privati, aiutandoli a promuovere i propri progetti online e offline.