Radici storico-culturali del veganesimo
Cultura - Storia e Filosofia

Le radici del veganesimo

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Un viaggio attraverso storia, filosofia e cultura di un movimento millenario

Il veganesimo, attualmente uno stile di vita in forte crescita, si fonda su un ricco background storico-filosofico. Benché il termine “vegan” sia stato coniato solo nel 1944 da Donald Watson, il principio di evitare lo sfruttamento e la sofferenza degli animali trova testimonianze nelle tradizioni di molte culture antiche.

Da quali influenze deriva?

Origini storico-filosofiche

Le prime tracce di riflessioni analoghe al veganesimo risalgono alle civiltà dell’Asia e del Mediterraneo. In India, ad esempio, la filosofia ahimsa (non violenza), strettamente legata a religioni come il Giainismo, il Buddhismo e l’Induismo, ha sostenuto per millenni l’importanza di rispettare tutti gli esseri viventi. Testi giainisti del VI secolo a.C. promuovevano una dieta priva di carne e di derivati animali, poiché consideravano il consumo di animali come una forma di violenza.

Anche nella filosofia occidentale, pensatori come Pitagora (VI secolo a.C.) si opposero al consumo di carne, associandolo a uno stile di vita etico, armonioso. Pitagora credeva che gli esseri umani avessero un legame spirituale con tutti gli esseri viventi. Reputava inoltre che evitare di uccidere animali fosse essenziale per il benessere dell’anima.

Questa visione influenzò anche filosofi successivi come Platone e Porfirio, quest’ultimo autore del trattato Sull’astinenza dagli animali.

Influenze religiose

Nel Medioevo, la dieta vegana e l’alimentazione vegetariana trovarono una certa eco tra alcune comunità cristiane, tra cui i monaci trappisti, che praticavano il vegetarianismo come forma di purezza spirituale. Nel mondo islamico, pensatori come Al-Razi, Medico e Filosofo del IX secolo, discussero l’importanza etica di trattare gli animali con compassione.

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In tradizioni culturali come il Taoismo, invece, la dieta vegetale era vista non solo come un mezzo per coltivare la salute fisica, ma anche per mantenere un equilibrio con il mondo naturale.

Il veganesimo nella contemporaneità

Il moderno movimento vegano è nato come un’estensione del vegetarianismo. Nel corso del XIX secolo, Europa e negli Stati Uniti si sono costituite svariate associazioni vegetariane che hanno spinto in direzione di una dieta priva di carne. Molti seguaci hanno a breve iniziato a sostenere che l’uso di latticini e uova fosse in contraddizione con l’ideale di non sfruttare gli animali.

Nel 1944, perciò, Donald Watson e altri dissidenti hanno fondato la Vegan Society in Inghilterra, definendo il veganesimo come “la filosofia e lo stile di vita che cerca di escludere ogni forma di sfruttamento e crudeltà verso gli animali per il cibo, il vestiario o qualsiasi altro scopo“.

Da quel momento, il veganesimo ha guadagnato popolarità globale, guidato da un connubio di preoccupazioni etiche, ambientali e salutistiche.

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Oggi il veganesimo non è più confinato a un ambito filosofico o religioso, ma rappresenta una risposta globale a sfide moderne come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e le questioni etiche legate all’industria alimentare.

Le sue radici antiche, tuttavia, ricordano che l’idea di vivere in armonia con gli animali e la natura è un valore universale, che oltrepassa ogni barriera spazio-temporale.

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