Storia dei portici di Bologna
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La storia dei portici di Bologna, un simbolo di accoglienza e di ingegno

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Un patrimonio architettonico unico al Mondo, testimone di secoli di storia e di cultura

I portici di Bologna sono un simbolo vivente dell’identità della città, un segno tangibile del suo spirito comunitario e dell’ingegno umano. La loro origine risale al Medioevo, quando la rapida crescita demografica e l’esigenza di ampliare gli spazi abitativi portarono alla costruzione di balconi in legno che si sporgevano oltre i confini delle case.

Con il tempo, queste strutture furono sostenute da colonne, creando una soluzione urbanistica pratica, oltre che affascinante. Nel 1288, un decreto comunale rese obbligatoria la costruzione dei portici nelle nuove abitazioni, consolidandoli come elemento distintivo della città.

Un Patrimonio dell’Umanità

Camminando sotto i portici di Bologna si attraversano secoli di storia. Le arcate si snodano per oltre 62 chilometri, offrendo riparo dalla pioggia e dal sole, ma anche un luogo di socialità.

Ogni portico ha la propria personalità: da quelli austeri in pietra del centro storico, come il portico del Pavaglione, a quelli lunghi, sinuosi, come il celebre portico di San Luca, che con i suoi 666 archi collega la città al santuario omonimo, in cima al Colle della Guardia. Questo percorso è una via di pellegrinaggio, ma anche una delle passeggiate più suggestive da realizzare nel capoluogo emiliano.

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Nel 2021, i portici di Bologna sono stati riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, un riconoscimento che celebra la loro valenza culturale, storica e sociale. Questo titolo sottolinea il ruolo dei portici come emblema di come l’architettura possa essere al servizio della comunità, creando spazi inclusivi, funzionali capaci di resistere alla prova del tempo.

Curiosità sui portici di Bologna

Il portico più stretto di Bologna si trova in via Senzanome e misura appena 95 centimetri, mentre il più largo è quello di Santa Maria dei Servi, con i suoi ampi archi che superano i dieci metri.

I portici bolognesi sono anche una fonte inesauribile di aneddoti. Si narra, ad esempio, che il numero 666 degli archi del portico di San Luca non sia casuale, ma sia legato a simbologie medievali. Al di là delle speculazioni a tratti leggendarie, è certo che ogni portico ha una storia da raccontare, tanto da essere in grado di trasformare una semplice passeggiata in un viaggio nel cuore pulsante di Bologna.

[Cover Image realizzata con AI, a partire da fonti web]

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